Il soffocamento per l’ingestione o l’inalazione di un corpo estraneo costituisce una delle principali cause di morte accidentale nell’infanzia (soprattutto nei bambini di età inferiore ai 3 anni), in ambiente domestico. Per questo motivo, conoscere le manovre di disostruzione pediatrica è utile per evitare il degenerare dell’evento.

Cosa si può fare

Lo staff delle nostre operatrici ha deciso perciò di attivarsi in maniera pratica sull’argomento organizzando lo scorso venerdì 12 aprile, un corso di pronto intervento sulle manovre di disostruzione pediatrica, grazie a Luca Guidi e Davide Dini – infermieri volontari, che hanno coinvolto le mamme ospiti della struttura.

Le manovre di disostruzione pediatrica sono dei gesti in grado di salvare la vita ai bambini che, in maniera accidentale, ingeriscono o inalano dei corpi estranei (noccioline, caramelle, monete, pezzi di giocattoli ecc.). Piccoli oggetti o alimenti possono ostruire, infatti, le vie aeree in maniera parziale o completa.

Durante l’infanzia, il soffocamento da ingestione o inalazione di un corpo estraneo è, purtroppo, un evento abbastanza frequente, soprattutto nella fascia di età compresa tra 6 mesi e 3 anni. I bambini sono più soggetti a questa tipologia d’incidente per l’incompleta maturità dei meccanismi riflessi di coordinazione ed il diametro ridotto delle loro vie aeree.

Tra gli alimenti che più spesso rendono necessaria la pratica delle manovre di disostruzione pediatrica, ci sono i chicchi d’uva, i pezzi di carota, il prosciutto crudo, i wurstel ed i pomodorini. Le manovre di disostruzione pediatrica vanno attuate se il bambino presenta un’improvvisa crisi respiratoria con cianosi o tosse, in seguito all’ingestione di un cibo o l’inalazione di un oggetto. Le conseguenze dell’ostruzione delle vie aeree possono essere gravi e, talvolta, possono rivelarsi fatali.

Per questo motivo, il rapido riconoscimento dei segnali associati al soffocamento e la corretta esecuzione delle manovre di disostruzione pediatrica sono di fondamentale importanza. Dopo aver valutato le condizioni del bambino, dunque, è importante sapere se e come agire: a volte, un intervento improprio può aggravare una situazione non critica.