Il sistema integrato di costruzione di saperi sul lavoro sociale 

Nell’ultimo anno è stato elaborato un modello open source di costruzione ed elaborazione di saperi, metacompetenze e competenze attorno al lavoro sociale basato su:

 – UNILAS, piccola università del lavoro sociale;

 – BIBLIS, casa editrice specializzata in pubblicazioni territoriali riguardanti lo  sviluppo di comunità;

 – BIBLIOTECANTE, prima biblioteca diffusa in Italia sul lavoro di comunità e lo sviluppo dell’economia sociale.

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disappuntoCentro Di.S.Ap.punto

Dal 2016 è attivo un Centro-pilota per intervenire sui disturbi specifici dell’apprendimento (DSA). Insieme ad alcuni compagni di viaggio della cooperazione locale (Cooperativa Crescere – Fano), ci siamo accorti che la domanda sommersa di intervento da parte di bambini e famiglie cominciava a crescere.

Avere difficoltà nel leggere, nello scrivere o nel fare calcoli, è normale.  Ma quando si supera una soglia critica si rischia di rimanere indietro.  E se a rimanere indietro sono i bambini che approcciano alla scuola dell’obbligo, diventa fondamentale intervenire.  E’ con questo spirito che è partita l’esperienza pilota.

Il centro Di.S.Ap.punto, un servizio rivolto a ragazzi e ragazze dagli 8 ai 18 anni che, seguiti da psicologi ed educatori, si ritrovano in quello che è molto più di un doposcuola.

“Il nostro lavoro – spiegano i responsabili del Centro – è quello di offrire un servizio alle famiglie, di concerto con le scuole, per quei ragazzi cui è stata certificata una Dsa e per questo ci avvaliamo dei servizi di Anastasis, software house specializzata in programmi che facilitano e accrescono le competenze individuali e l’autostima dei ragazzi”.

Per maggiori informazioni, segui questo link.

housing socialeHousing sociale

Il Social Housing è una delle nuove declinazioni del con-vivere attraverso cui, in tutta Europa, si stanno esplorando forme diverse ed innovative di convivenza: nuove forme dell’abitare che vanno oltre la dualità casa di proprietà/affitto ed ampliano il “vivere insieme” a persone che esulano dal classico nucleo famigliare. Si tentano risposte ai nuovi disagi (non solo economici ma anche sociali) e bisogni abitativi che sono emersi, e che non hanno trovato risposta nelle tradizionali soluzioni di edilizia popolare che in tutti i paesi, sebbene con diverse declinazioni, hanno caratterizzato le politiche pubbliche del dopoguerra.  In Europa è cresciuta una significativa “fascia grigia” di popolazione, prima riconducibile al ceto medio, che si trova in una scomoda posizione: individui o famiglie che non rientrano nelle fasce di reddito disagiate, che permettono quindi accesso a graduatorie pubbliche per ottenere un alloggio di edilizia popolare o un canone di affitto agevolato, ma al contempo hanno perso (o nel caso dei giovani inseriti nel mondo del lavoro attuale non hanno mai avuto)  accesso al mercato privato, mancando della liquidità economica e/o garanzie bancarie necessarie. A ciò si aggiungano quei pochi che privilegiano esperienze abitative connesse o collettive al di là del reddito e delle risorse.

Come Cante stiamo lavorando insieme a soggetti importanti del panorama italiano su questo fronte – a livello di ricerca e di gestione.  Siamo convinti che l’housing sociale rappresenti una importante opzione da praticare se si vuole promuovere welfare di comunità.  Nei prossimi mesi uscirà una nostra pubblicazione nazionale in tal senso.